"Anche Tu ..."
Nonostante il
proliferare di concorsi di scrittura creativa e di iniziative editoriali che
promuovono giovani - spesso in verità giovanissimi - esordienti scrittori,
riflettere sullo stato della narrativa oggi - per molti addetti ai lavori - significa
probabilmente, se non stendere un referto, monitorare un malato in condizioni
abbastanza gravi. Non ci si può, dunque, esimere dall’interrogarsi sulle
motivazioni di tale fenomeno. A prescindere da alcune considerazioni tecniche
legate alla struttura e alla tipologia testuale, l’atto dello scrivere attualmente
obbliga a confrontarsi e a ridefinire alcune categorie di fondo, che si possono
individuare nel cosa, nel come e - forse la più importante - nel perché
si scrive.
Innanzitutto,
imparare a
scrivere in forma corretta e vincente non è un’arte da relegare ai soli
appassionati di scrittura. Riuscire a comunicare efficacemente con un uso esatto
della lingua può rappresentare oggi più che mai una reale chiave di successo. Saper
scrivere, essere in grado di adoperare con dimestichezza l’apposita cassetta
degli attrezzi per destreggiarsi nel marasma dei flussi comunicativi raffigura
un quid che per lo più si tende a
considerare come scontato. Ma quanti sono consapevoli e soprattutto possono
dirsi padroni
della propria capacità di scrittura? Quanti conoscono i più
adeguati registri comunicativi e riescono con disinvoltura a declinare all’occorrenza il
linguaggio scritto?
Saper
scrivere sicuramente non è da considerarsi un’abilità generalizzabile, sebbene
d’altra parte accada spesso di rendersi conto che non rappresenta neanche
un’impresa da eroi. Inoltre, più le possibilità di comunicare e gli spazi
comunicativi diventano accessibili e democratici, più - sulla base di questo status quo - diventa importante,
soprattutto per i giovani, riuscire a trovare le opportune “vie di fuga”. Chi è
concretamente padrone delle ambite competenze linguistico-comunicative, oggi,
sa di avere chiaramente una chance in
più da mettere in gioco anche nella quotidianità! Una scrittura efficace,
adeguata, corretta è in grado di diventare una rispettosissima carta d’identità
per ognuno. E allora, senza alcun tono provocatorio ma quale semplice invito
alla riflessione: saper “raccontare” per iscritto è una qualità definibile per certi versi
“innata” o è solo frutto di tanto esercizio? Di certo, se da una parte alcuni appaiono più dotati di
altri, dall’altra non è mai troppo tardi! Pertanto, come è possibile infondere o, nei
migliori casi, accrescere la passione - soprattutto delle più giovani generazioni
- per la propria lingua fin da subito e farne comprendere l’importanza? Torna,
a questo punto, utilissima la distinzione di Orhan Pamuk fra autori ingenui - “non
consapevoli delle tecniche che usano, scrivono in modo spontaneo, come se
stessero compiendo un gesto del tutto naturale” - e autori riflessivi - “affascinati
dalla componente artificiosa del testo, dalla sua mancata adesione alla realtà,
dai metodi della scrittura”.
Tralasciando
ulteriori disamine, in un intervento al Festival della Letteratura di Mantova, Filippo
La Porta ,
riflettendo sul senso della scrittura oggi, cita le riflessioni di Martha
Nussbaum, circa il valore morale ed educativo delle opere letterarie, e di
Elian Scarry, sul potere etico della letteratura: prendendo una penna in mano e
decidendo di distaccarsi dalla molteplicità delle storie possibili per rendere
raccontabile una singola storia - in accordo a Calvino - ciascuno scriverà la
“propria” storia, in cui ha trasfuso il proprio vissuto, le proprie attese,
magari anche quelle paure cui la scrittura dona il privilegio di assumere veste
estetica.
Alla luce di
queste osservazioni, nonché dell’entusiasmo e dell’impegno con cui giovani
autori hanno voluto e saputo mettere in gioco anima, intuizioni, attese,
nondimeno delusioni e angosce in una “manciata” di parole in occasione del concorso
letterario “Anche Tu …”, si è deciso
di proporre la terza edizione dell’agone. A consentire che le loro emozioni
divenissero, a tutti gli effetti, “letteratura” è stato il coraggio di una casa
editrice intraprendente e rigorosa come la Ambrosini Editore ,
disposta a scommettere su questi scrittori, nella convinzione che anche
attraverso loro può ricevere ossigeno vitale l’asfittico - qualitativamente
parlando - mercato del libro e nella consapevolezza che scrivere - oltre che
leggere, naturalmente - aiuta a conoscersi, ad acquisire valori essenziali, a
interpretare l’incerto futuro.